I gatti hanno il senso del tempo come noi umani?

cat-timeQuesta è una domanda che ci fanno spesso quando ci portano il gatto in pensione.

È una domanda comprensibile!

Quando lasci il tuo gatto per 15 giorni già sai che tu ne sentirai la mancanza, anche se sarai in un bel posto a goderti le tue meritate vacanze, figuriamoci lui…

E allora partono un po’ di sensi di colpa e di pensieri tipo “Cosa penserà il mio gatto di me? Sono proprio crudele a lasciarlo in pensione mentre io me ne vado in vacanza? Non è che poi il mio gatto pensa che l’ho abbandonato?”

A parte il fatto che eventualmente possiamo parlare di vacanze separate, perché non veniteci a dire che la pace e la tranquillità della nostra pensione per gatti immersa nel verde delle colline dell’Oltrepo’ non sono una valida alternativa ad una spiaggia gremita di persone che peraltro il gatto nemmeno vedrebbe, relegato in una camera d’albergo o in un appartamento vuoto che nemmeno conosce.

 

Ma questo è un altro discorso, che ha a che vedere col l’indole abitudinaria del gatto e che affronteremo in uno dei prossimi articoli. Torniamo invece al senso del tempo dei gatti.

 

Già usando il semplice buon senso vien da dire che il senso del tempo dei felini sia diverso da quello dell’uomo, infatti non abbiamo mai visto un gatto guardare l’orologio 😉

 

A parte gli scherzi, c’è uno studio a cui molti si riferiscono quando si tratta del senso del tempo degli animali, studio che è stato effettuato presso l’Università dell’Ontario. Il Dr. Roberts ha studiato il comportamento dei roditori lasciati liberi in un labirinto e messi, in tempi diversi, a contatto con del cibo buono o sgradevole. Quello che ne è venuto fuori è che questi topi, cosi come sembra anche gli altri animali, facciano delle associazioni con quello che vivono, ricordandosene e cercando poi di ripetere le esperienze piacevoli e di evitare quelle spiacevoli, ma senza collegarle temporalmente.

 

Si chiama memoria episodica e potrebbe spiegare molti comportamenti dei nostri gatti che sembrano “sapere” che è ora della pappa o che è l’ora in cui il padrone rientra. In realtà i nostri gatti associano diverse situazioni (per es. il padrone che si sta svegliando, l’uscita dal bagno e l’apertura dell’armadietto delle crocchette etc…) con il ricordo di qualcosa che è già successo in situazioni simili (per es. che arriva la pappa).

 

Come dice l’antro-zoologo John Bradshaw i gatti non categorizzano gli eventi per quando sono successi, se un giorno, una settimana o un mese fa, come facciamo noi umani. Piuttosto il gatto ha un certo senso del ritmo del giorno, sa quando è il tempo per mangiare o per giocare o per accoccolarsi a guardare la tv con il suo essere umano.

 

Ancora una volta si ritorna sul concetto dell’abitudinarietà del gatto (ci torniamo nel prossimo articolo) e non sul suo controllare se è l’ora della pappa sull’orologio appeso al muro.

 

Quindi, cari apprensivi padroni di gatti che vengono in pensione da noi, smettetela di preoccuparvi se invece di 10 giorni starete via due settimane, godetevi le vostre vacanze come se le godrà il vostro micio che NON starà certo lì a pensare che sono passate altre 24 ore e non c’è traccia del vostro rientro 🙂

 

Il vostro gatto sarà felice di rivedervi e di rientrare nella sua casa, ossia nella routine che tanto ama, ma di certo non si renderà conto se è stato in pensione per 1 settimana o per 2.

 

Ve lo dice la scienza e ve lo dicono anche due gattare come noi, che ci prendiamo cura dei vostri gatti ogni estate e che vediamo in diretta come si comportano. E da come si comportano si capisce di che umore sono.

 

Passati i primi momenti di ambientamento tutti i gatti, ma proprio tutti, prendono il ritmo del gattile, con le pappe e le coccole time 🙂 e mai nessuno, ma proprio nessuno, ci ha mai chiesto che giorno fosse 😉